Salve a tutti.
Oggi mi sono trovata a parlare, per l'ennesima volta, con un mio caro amico, di un
problema che affligge la maggior parte delle persone che lavora nel
campo artistico, grafico ( come tento di fare anch'io ) e artigianale. Così non ho potuto fare a meno di voler condividere i miei
pensieri, anche un po' frustrati, riguardo a come viene considerato
un non-lavoro, uno svago a prestazioni che si pretendono eccellenti e
professionali a costo zero, la professione non riconosciuta
dell'artista, in qualsiasi campo: illustrazione, fumettista, grafico,
etc...
Penso che tutti noi avremo iniziato con esperienze che all'inizio
non vengono retribuite, purtroppo fa parte del gioco 'sono solo
all'inizio'. Però poi arriva un tempo in cui ci si inizia a chiedere
<< Ormai sarà il caso che quel che faccio mi venga
riconosciuto professionalmente? Forse è il caso, se voglio che
questa diventi la mia professione, di iniziare ad essere pagato? >> Più che altro si comincia ad avere la necessità, non solo per propria soddisfazione professionale, di cominciare anche a viverci col proprio mestiere-passione.
Ecco questi sono i quesiti che inizierete a porvi nel momento in
cui avrete avuto una fetta di esperienze su commissioni gratuite ( la maggior parte delle volte, con l'illusione di farvi intendere che verrete pagati ) tali che vi hanno fatto accrescere in bravura, sì, ma che non vi
hanno, non solo riempito le tasche, ma che vi svalutano
artisticamente parlando. E non rammaricatevi per via del fatto che
non ve ne siete accorti prima; eravate in buona fede e confidavate
nell'idea che il vostro committente avesse un minimo di onestà da
fargli chiedere << Ti devo qualcosa per il tuo lavoro? >>
Posso assicurarvi, che se siete arrivati a questo punto della
prassi sopra indicata, siete a buon punto nell'aver iniziato a capire
quanto vale il vostro tempo, fatica e passione che mettete quando lo
fate, sopratutto per farlo riuscire al meglio che si può e
soddisfare il cliente. Quando le
esperienze negative, di mancato pagamento, si accumulano, in chiunque,
anche chi non fa questo mestiere, scatta una molla per cui è normale
pretendere una ricompensa. Ora questo mio concetto non vuole esprimere venialità, ma sottolineo, che vuol esprimere un concetto più di onestà e il principio che è giusto pagare per un servizio richiesto. Ma veniamo ad un punto focale di questa mia discussione.
Gli altri, le persone comuni, che non hanno la dote del saper
disegnare, scolpire, pitturare e rappresentare con l'arte o arti manuali, non
considera ciò che fate un vero e proprio lavoro. Partite da questo presupposto.
Sta a voi dovergli far capire che ciò che fate è un lavoro come
altri e che come tale va valorizzato, riconoscendone la validità e DEVE essere remunerato. Bisogna tutelarsi come fa
chiunque, stipulare una qualche forma di contratto, un pagamento anticipato, creare insomma
una garanzia, creare quell'aspetto professionale che a molti
committenti sfugge mentre pensa << È solo un disegno. Non si
può esigere un pagamento per una cosa poco importante come questa. >> E
invece è qui che ti sbagli caro committente. Io quando lavoro alla creazione abbozzata, prima mentale e poi
pratica, di ciò che mi hai commissionato, devo lavorarci sopra per
parecchio. Quando prima devo fare una bozza, poi definirla e in
seguito ripassarla - a mano o in computer grafica - devo sprecare
tempo e ore. I miei occhi davanti al computer bruciano e non è solo
la mia mano a lavorare, ho bisogno anche di loro per un risultato
ottimale. Bene, se ora sommiamo tutti questi fattori, ne uscirà fuori
che dopo tanta fatica, anche se è il lavoro che ti piace fare, si
spera venga ripagata; come se lo aspettano tutti d'altronde.
La cosa peggiore è che, vada che sia un estraneo a raggirarti
per non pagare, è un'evenienza che impari a calcolare, ma da un amico non te lo aspetti proprio. Mi è
capitato una volta e sono andata su tutte le furie. Quello che manda
ancora più in bestia, è che proprio perché è un tuo amico, una
persona vicina a te, che conosce le tue frustrazioni riguardo questo
aspetto del tuo lavoro, non ti aspetteresti di essere preso in giro
proprio da lui. Da qui voglio consigliarvi che la vostra
professionalità venga sempre assecondata, magari solo un piccolo sconto, per gli amici, e per quanto riguarda il regalare solo in sporadicissime situazioni, anzi io le definirei eccezioni. Sarò cruda, ma è così. È lavoro.
Altro punto focale, quando un vostro lavoro viene utilizzato per
una qualsiasi stampa, apparizione, collaborazione, etc... Pretendete
sempre e comunque che la vostra firma e nome vengano sempre inseriti, nominati
e sottolineati. Altrimenti tanto vale disegnare per sé stessi e non
mostrare ciò che si fa agli altri. Questo equivale al puro
sfruttamento e forse è peggiore del non essere pagati e il vostro
lavoro sarà di qualcun'altro e voi rimarrete perennemente
nell'ombra, sarete ' l'autore signor nessuno'.
È vero che siamo sotto periodo di crisi, ma non per questo il tuo
lavoro deve essere sottovalutato o svalutato per via del fatto che
non si possa pagare. Perché se è così, le persone invece di
chiedere agli esperti, dovranno imparare da sole a fare il lavoro
che si aspettavano fosse gratuito. In pratica sarebbe come entrare in un negozio e pretendere di uscire senza pagare ciò che abbiamo preso; non trovate che sia profondamente ingiusto e criminoso?
Tempo fa trovai su un journal di Deaviant Art, un articolo dell'artista Stephen Silver , in cui parlava delle mie stesse identiche problematiche con l'aggiunta della sua veterana esperienza.
Lascerò qui sotto uno dei suoi tanti video a riguardo e vi auguro di dare sempre il meglio con il massimo dell'onestà, non solo la vostra, ma sopratutto dei vostri futuri clienti.
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